Percorsi di visita

Percorsi di visita

Il Museo Civico di Alatri – Le sezioni espositive

Il Museo Civico di Alatri, ospitato nello storico Palazzo Gottifredo (XIII secolo), si articola su più livelli e offre un percorso che racconta l’identità della città dalle origini al Novecento.

Piano terra – Accoglienza e Viaggiatori di scoperta

L’ingresso accoglie il visitatore con il bookshop e uno spazio introduttivo.
Qui si trova la sezione dedicata ai cosiddetti “viaggiatori di scoperta”: eruditi e studiosi che, tra XVIII e XIX secolo, visitarono l’Italia centrale per studiare le straordinarie mura poligonali. Attraverso pannelli, immagini storiche e postazioni multimediali, è possibile ripercorrere i racconti di figure come Marianna Candidi Dionigi e John Izard Middleton, che contribuirono a diffondere la fama delle “città pelasgiche” del Lazio meridionale.


Primo piano – Archeologia, epigrafia e didattica

Il cuore della collezione archeologica si sviluppa in questa sezione, con reperti provenienti dal territorio alatrense che documentano la vita quotidiana dall’età arcaica a quella imperiale.

  • Sezione archeologica: materiali votivi e cultuali, corredi funerari, oggetti di uso domestico che raccontano la vita delle comunità erniche e romane.

  • Sezione epigrafica: iscrizioni su pietra, bronzo e terracotta che testimoniano culti, magistrature e vita pubblica dell’antica Aletrium; tra i pezzi di spicco le fistulae aquariae con il nome del censore Lucio Betilieno Varo.

  • Reperti della Guardia di Finanza: oggetti recuperati a seguito di indagini contro gli scavi clandestini, oggi restituiti alla comunità.

  • Spazi per la didattica: una sala conferenze e un’aula multimediale ospitano incontri, seminari e laboratori scolastici.


Secondo piano – Il tempietto etrusco-italico

Questa sezione è dedicata al monumentale tempietto etrusco-italico della Stazza (II sec. a.C.), uno dei più importanti dell’Italia centrale.
Accanto agli elementi architettonici originali, il Museo propone una ricostruzione in scala 1:1 di una porzione del tempio e un modello in scala 1:5 che ne illustra l’assetto complessivo. Un allestimento immersivo che consente di comprendere l’architettura sacra e la sua funzione nella comunità antica.
Il piano ospita anche spazi per mostre temporanee e approfondimenti tematici.


Terzo piano – Sezione demoetnoantropologica

Qui il visitatore entra nel mondo della cultura popolare alatrense e del Lazio meridionale tra XIX e XX secolo.
La sezione comprende:

  • la Collezione Antonio Gambardella, circa mille oggetti che documentano la tradizione agricola e artigiana;

  • la raccolta avviata da Flavio Fiorletta, con oltre 150 strumenti della cultura agropastorale.

Sono esposti attrezzi per la lavorazione dei campi, strumenti dei mestieri tradizionali (fabbro, falegname, calzolaio, mugnaio, pastore), utensili da cucina, tessuti e oggetti di vita quotidiana. Un racconto coinvolgente che avvicina il visitatore al mondo contadino e artigiano, custode di una memoria ancora viva.

 

Dal Museo al Chiostro di San Francesco

La visita ad Alatri può iniziare dal Museo Civico, all’interno dello storico Palazzo Gottifredo, dove reperti archeologici, epigrafi e collezioni etnografiche raccontano la storia millenaria della città. Dopo aver esplorato le sale dedicate all’antica Aletrium e alle tradizioni popolari, il percorso prosegue a pochi minuti a piedi verso il Chiostro di San Francesco, situato in Piazza Regina Margherita, nei pressi dell’omonima porta cittadina.

Qui l’atmosfera cambia: dagli spazi espositivi del museo si entra nel silenzio raccolto del complesso francescano del XIII secolo. Un luogo che ha attraversato i secoli trasformandosi da convento a carcere e oggi restituito alla città come spazio culturale vivo.

Il Chiostro custodisce opere pittoriche di proprietà comunale e la straordinaria collezione fotografica di Gianni Berengo Gardin, ma il cuore dell’esperienza è il Cristo nel Labirinto, l’affresco medievale unico al mondo che raffigura il Cristo Pantocratore al centro di un labirinto simbolico.

Grazie al biglietto unico del Museo Civico (€ 5,00) è possibile visitare entrambe le sedi, unendo in un solo itinerario archeologia, arte medievale e fotografia contemporanea.

 

Dalla città al cuore sacro: l’Acropoli

La visita prosegue verso l’Acropoli di Alatri, una delle più imponenti fortificazioni in opera poligonale dell’Italia antica. Dal Chiostro si risale nel centro storico fino a raggiungere la monumentale terrazza sacra, cinta da mura megalitiche alte oltre 15 metri in alcuni tratti.

Al centro della spianata sorge oggi la Cattedrale di San Paolo, costruita sopra il podio di un gigantesco tempio repubblicano del II sec. a.C., segno della continuità tra il culto antico e la fede cristiana. Passeggiando lungo il circuito, si incontrano varchi monumentali come la Porta Maggiore (Civita), con il suo architrave monolitico di oltre 5 metri, e la più raccolta Porta Minore (Grotta del Seminario), decorata con rilievi apotropaici.

L’Acropoli non è solo un sito archeologico: è uno spazio vivo, aperto e gratuito, che si offre ai visitatori in ogni momento del giorno e della notte, con un panorama che abbraccia tutta la valle. Un luogo unico, dove la forza della pietra ciclopica incontra la memoria di una città millenaria.

 

Il circuito esterno delle mura poligonali 

Dall’Acropoli il percorso continua lungo le mura ciclopiche che ancora oggi cingono l’intero centro storico di Alatri con un tracciato di quasi 2 km, tra i più completi e meglio conservati d’Italia. Realizzate tra VI e III sec. a.C. con grandi blocchi calcarei perfettamente incastrati senza malta, le mura mostrano tutta la perizia tecnica delle comunità erniche e romane.

Lungo il cammino si incontrano le porte monumentali, veri capolavori di ingegneria difensiva:

  • Porta San Francesco → perfettamente conservata, con sistema di doppio ingresso e cortile interno, paragonabile alle fortificazioni della colonia di Cosa (270 a.C.).

  • Porta San Benedetto → varco secondario con architrave monolitico, affiancato nel Medioevo dal Torrione Brocchetti.

  • Porta San Pietro → l’ingresso dalla pianura, ornato in origine da rilievi scolpiti direttamente sulla pietra, raffiguranti figure apotropaiche.

  • Porta Portadini → accesso oggi trasformato, ma un tempo impostato su un sistema a camera interna come San Francesco.

Camminare lungo questo circuito significa immergersi in un’opera di straordinaria potenza, che racconta la funzione difensiva e simbolica delle mura: barriere militari, ma anche segni identitari di una comunità che nella pietra ciclopica ha lasciato la sua memoria più duratura.