L’Acropoli

L’Acropoli

L’acropoli di Alatri, cuore religioso e simbolico della città, domina il centro urbano con le sue mura ciclopiche del II sec. a.C. Qui sorgeva un tempio monumentale, oggi inglobato nella Cattedrale di San Paolo, fulcro sacro e identitario fin dall’età arcaica. Un luogo che ha unito difesa e culto, trasformandosi nel tempo ma mantenendo intatta la sua centralità, palinsesto vivo di storia, fede e memoria collettiva.

L’acropoli di Alatri è il monumento più imponente e rappresentativo della città, un luogo che nei secoli ha custodito funzioni sacre, simboliche e civili, mantenendo intatta la sua centralità nella vita urbana. Collocata al centro dell’abitato, sulla sommità del colle che domina l’intero territorio circostante, l’acropoli è sempre stata percepita come il vertice naturale e ideale della comunità.

Un luogo sacro e difensivo sin dalle origini

La scelta di fortificare la cima del colle e di destinarla a funzioni religiose risale già all’età arcaica, probabilmente al V secolo a.C., quando Alatri era uno dei centri principali della confederazione ernica. Qui si ergeva una prima fortificazione in opera poligonale, a cui si affiancava un edificio sacro. L’acropoli era dunque concepita fin dall’inizio come uno spazio duplice, destinato sia alla difesa della città sia al culto delle divinità protettrici, punto di riferimento identitario per l’intera comunità.

La trasformazione monumentale in età tardo-repubblicana

L’aspetto grandioso che ancora oggi possiamo ammirare si deve a una fase di riorganizzazione urbanistica e architettonica avvenuta nel II secolo a.C. In quest’epoca, Alatri adottò e reinterpretò i modelli del tardo ellenismo diffusi nel Mediterraneo orientale, conferendo all’acropoli un assetto spettacolare.

Le mura poligonali, realizzate con blocchi ciclopici perfettamente squadrati e incastrati senza l’uso di malta, definiscono un recinto sacro di straordinaria imponenza. All’interno si innalzava un grande tempio, costruito su un podio monumentale che oggi è inglobato nella Cattedrale di San Paolo. Accanto al tempio principale dovevano trovarsi porticati colonnati, stanze di servizio per il culto, depositi per gli arredi sacri, spazi per la conservazione delle offerte votive e forse piccoli sacelli dedicati a divinità minori.

In questa fase, l’acropoli di Alatri divenne non solo il fulcro religioso della città, ma anche un’opera in grado di dialogare con le più avanzate realizzazioni architettoniche dell’Italia centrale.

L’acropoli come paesaggio urbano

Oggi, sulla grande spianata sommitale, si ergono la Cattedrale di San Paolo e il palazzo vescovile, testimonianze della continuità della funzione sacra e istituzionale del luogo. Lo spazio che nell’antichità era dominato dal tempio e dagli edifici annessi continua ad essere il centro simbolico della città: ieri sede del culto pagano, oggi luogo di culto cristiano e sede della diocesi.

Questo sovrapporsi di edifici, significati e memorie è una delle caratteristiche più affascinanti dell’acropoli, che appare come una sorta di palinsesto urbano, in cui ogni epoca ha lasciato la propria traccia, pur rispettando la sacralità del luogo.

Un’eredità viva

L’acropoli non è soltanto un monumento del passato, ma un luogo vivo che conserva un forte valore identitario per la città. Le sue mura ciclopiche, le porte monumentali, il podio del tempio inglobato nella cattedrale raccontano una storia di oltre duemila anni, fatta di trasformazioni, continuità e rielaborazioni.


Percorrere l’acropoli significa entrare in un paesaggio che unisce mito, fede e storia, in cui l’uomo antico e quello moderno si incontrano nella comune percezione di trovarsi di fronte a un luogo straordinario, posto simbolicamente “più vicino al cielo”.