La Sezione Epigrafica

La Sezione Epigrafica

La sezione epigrafica del Museo Civico di Alatri conserva un nucleo selezionato di iscrizioni che documentano la vita della città tra età repubblicana e imperiale, restituendo la voce autentica dei suoi abitanti. Ogni epigrafe, incisa su pietra, laterizio o metallo, è un frammento di memoria che racconta i rapporti tra individui, comunità e divinità.

Lucio Betilieno Varo e la città monumentale

Il documento più imponente è l’iscrizione di Lucio Betilieno Varo (fine II – inizi I sec. a.C.), uno dei magistrati più influenti di Aletrium. Il lungo testo, inciso su una base onoraria, elenca le opere da lui finanziate a proprie spese: la basilica, il portico, il mercato, le terme e l’acquedotto. È una testimonianza straordinaria dell'evergetismo romano, ovvero la pratica dei notabili di farsi promotori di interventi pubblici per rafforzare il prestigio personale e familiare. Grazie a questa epigrafe conosciamo la fisionomia monumentale della città in età tardo-repubblicana e comprendiamo il ruolo politico e sociale delle élite locali.

La voce degli dèi: iscrizioni sacre

Accanto al volto civile della città emerge quello sacro. Un laterizio inciso riporta i nomi di Giove e degli Dei Indigeti, divinità arcaiche legate al mondo pastorale e alla transumanza. Questo documento, raro e prezioso, ci porta indietro a riti che affondano le radici in epoche pre-romane: sacrifici e offerte che scandivano i ritmi della natura e della vita collettiva. Un frammento di religiosità antica, sopravvissuto all’avanzare della romanizzazione.

Altri reperti mostrano l’intreccio tra religione e comunità civica: iscrizioni votive e frammenti di dediche testimoniano la varietà dei culti praticati e il ruolo dei cittadini nei rapporti con il divino.

Artigiani e tecnici: il lavoro che costruisce la città

La quotidianità e la tecnica trovano voce in una fistula aquaria in piombo, conduttura che portava l’acqua alla città. Sul metallo è inciso il nome di L. Titius Neptunalis, plumbarius proprietario dell’officina che realizzò la conduttura. Un’iscrizione apparentemente umile, ma che apre squarci preziosi sull’organizzazione delle maestranze specializzate, sulla gestione delle infrastrutture idriche e sul valore dell’acqua come bene pubblico fondamentale.


Queste iscrizioni compongono un quadro complesso e affascinante: dalle grandi opere pubbliche che proiettavano Alatri nell’orbita di Roma, alle credenze religiose che affondavano le radici nel mito e nella tradizione italica, fino ai dettagli della vita materiale garantita dal lavoro degli artigiani. La sezione epigrafica non è solo una raccolta di testi antichi, ma un vero racconto della città e della sua comunità, in cui le pietre parlano ancora con voce viva.