Il Tempietto etrusco-italico
Nel Museo Civico di Alatri il santuario etrusco-italico di La Stazza rivive tra antefisse, ex voto e ricostruzioni in scala. Questo tempio ispirò, a fine ’800, la grande ricostruzione a grandezza naturale realizzata nei giardini di Villa Giulia a Roma, segno dell’importanza unica di Alatri nella storia etrusco-italica.
Un santuario alle porte di Alatri
In località La Stazza, poco fuori le mura cittadine, sorgeva tra il V e il III secolo a.C. un santuario etrusco-italico, luogo di incontro tra natura e sacro. Lungo gli antichi percorsi della transumanza, i fedeli si rivolgevano alla divinità per chiedere protezione, fertilità e guarigione. Le offerte votive testimoniano una religiosità diffusa, condivisa dalla comunità e profondamente legata al territorio.
I reperti esposti
Nel Museo Civico di Alatri questa storia prende forma attraverso reperti straordinari: le antefisse decorative che ornavano il tempio, tra cui la celebre Potnia therón, la “Signora degli animali”; numerosi ex voto anatomici in terracotta, segni tangibili di riti di guarigione; ceramiche votive e statuette devozionali. Oggetti semplici e potenti che ci parlano delle speranze e delle paure di chi li depose oltre duemila anni fa.
Le ricostruzioni al Museo Civico
Accanto ai reperti originali, il percorso museale offre un’esperienza immersiva attraverso due ricostruzioni del tempio:
-
una riproduzione in scala 1:1 di una porzione dell’edificio, che permette di percepirne le proporzioni e la forza architettonica;
-
un modellino in scala 1:5, che restituisce la visione complessiva della struttura.
Questi strumenti didattici rendono immediata la comprensione del monumento e aiutano il visitatore a immaginare l’impatto che il santuario doveva avere nel paesaggio antico.
Dal santuario a Villa Giulia
I reperti di La Stazza furono anche alla base di un progetto museografico d’avanguardia. Tra il 1889 e il 1891, a Roma, nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, venne realizzata una ricostruzione a grandezza naturale del Tempio di Alatri, progettata da Adolfo Cozza per volontà di Felice Barnabei. Si trattava di una delle prime sperimentazioni europee di ricostruzione archeologica immersiva, pensata per avvicinare il grande pubblico all’architettura sacra etrusco-italica.
Oggi quella struttura, dopo un importante restauro, si prepara a rinascere come “Macchina del Tempio”, un innovativo percorso immersivo digitale che unisce storia, tecnologia e sperimentazione.
Un’eredità viva
La sezione dedicata a La Stazza nel Museo Civico di Alatri non solo conserva testimonianze archeologiche, ma offre anche un dialogo tra passato e presente: dal santuario arcaico al museo ottocentesco, fino alle tecnologie digitali contemporanee. Un racconto che dimostra come l’eredità etrusco-italica continui a ispirare nuovi linguaggi e nuove forme di conoscenza.