Il Tempio maggiore e la Cattedrale di San Paolo

Il Tempio maggiore e la Cattedrale di San Paolo

Sulla sommità dell’acropoli si ergeva un grandioso tempio romano di età tardo-repubblicana, impostato su un doppio podio in opera poligonale. Monumento sacro e simbolico, divenne in età medievale la base della Cattedrale di San Paolo e del Vescovado. Resti architettonici e iscrizioni documentano la continuità del culto e la centralità del luogo, cuore religioso di Alatri dall’antichità a oggi.

Sulla sommità dell’acropoli di Alatri, là dove la roccia naturale si innalza come vertice del colle, si conservano i resti monumentali di un grande tempio romano di età tardo-repubblicana. Il poderoso podio in opera poligonale, visibile sia all’esterno della Cattedrale sia nei sotterranei del Vescovado, testimonia la presenza di un edificio sacro imponente, forse simile per proporzioni e monumentalità a quello di Giunone Moneta a Segni.

Il tempio si ergeva su una doppia base: uno sperone roccioso accuratamente regolarizzato e un secondo basamento in poligonale di III maniera, con blocchi perfettamente squadrati e combacianti, databile al II secolo a.C. La scelta di monumentalizzare il punto più alto della città non fu casuale: l’edificio sacro incarnava il ruolo simbolico dell’arx, luogo di culto e osservazione del cielo, dove i sacerdoti traevano auspici e conferivano legittimità religiosa alla comunità.

Nel corso del Medioevo l’area non perse la sua centralità: il tempio fu inglobato nella costruzione della Cattedrale di San Paolo e del Vescovado, che divennero i nuovi fulcri spirituali della città. La chiesa, ristrutturata tra il 1790 e il 1808 dall’architetto Giuseppe Subleyras, conserva ancora tracce della sua antica origine: nei sotterranei sono visibili ambienti del podio, mentre alcuni elementi architettonici romani, come un capitello composito e frammenti di cornici marmoree, raccontano la continuità di culto e memoria.

Il sito custodisce inoltre testimonianze epigrafiche di grande valore: una lastra con iscrizione latina, riutilizzata come architrave nel chiostro, documenta l’esistenza di un laconico, ambiente termale tipico delle strutture balneari, collegando l’area dell’acropoli con le terme di età tardo-repubblicana rinvenute nel centro cittadino.


Il Tempio maggiore di Alatri, trasformatosi in Cattedrale, è dunque il segno tangibile di una stratificazione secolare: da santuario monumentale romano a fulcro della cristianità cittadina, ha continuato a rappresentare il cuore identitario e sacro della comunità, custode di pietra della memoria collettiva.